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Il filo del filato

Dice che la produzione mondiale di indumenti è destinata a crescere del 63% entro il 2030. È chiaro che abbiamo un problema globale legato a nuovi usi e, in un senso molto stretto, costumi che ci portano ad acquistare, decisamente, più indumenti di quelli che sono necessari. Certo, sappiamo bene che si tratta di un settore merceologico che ha molto a che vedere con la visione di sè, le necessità sociali, il contesto socio-culturale dell’acquirente, e tutta una serie di passaggi che ci guidano a dire “mi serve un nuovo paio di pantaloni.”

I numeri dicono che i cittadini europei consumano ogni anno quasi 26 kg di prodotti tessili, e ne smaltiscono circa 11kg.  Nel mondo circa 90 milioni di capi finiscono nelle discariche. Sempre in Europa gli indumenti dismessi vengono portati nelle discariche o inceneriti per circa l’87% del totale, mentre solo l’1% degli indumenti viene riciclato come vestiario.  Un po’ poco, avevamo già toccato l’argomento, su quante possibilità di nuova vita possiamo dare ai capi che non indossiamo più.

Possiamo quindi dire, che non è una storia nuova nel mondo del filato, ma è una storia che merita di essere #Sempre raccontata. A partire dal 1 gennaio 2022, come previsto dal decreto legislativo n.116/2020, in Italia è scattato l’obbligo della raccolta differenziata dei rifiuti tessili anticipando la normativa europea che prevede l’attivazione della raccolta separata di questo tipo di rifiuto a partire dal 2025. Finalmente una bella notizia, anche se dobbiamo imparare che lo smaltimento corretto è l’ultima fase, il cambiamento radicale, quello che riuscirà forse un giorno a fare la differenza, sta all’inizio, ossia all’acquisto.

La domanda alla base resta una, ed una sola: come posso superare il desiderio di acquistare più abiti del necessario?

Le risposte che vorresti

  1. Organizza il tuo armadio capsula: il concetto alla base è molto semplice. Acquisti pochi capi di qualità che puoi abbinare in diversi modi. L’idea nasce a New York negli anni ’70 da Susie Faux. Troverai miliardi di informazioni e suggerimenti online, in base alle tue esigenze, stile, corpo, spesa, gusto and much more.
  2. Lava con cura gli abiti. Sembra una sciocchezza ma non lo è. Il rispetto delle indicazioni di lavaggio permette ai propri capi di durare di più nel tempo. Meno sciupi, meno acquisti.
  3. Fast fashion: è dura resistergli, ma possiamo controllarci. Anche questa è una storia che nasce da lontano. Il termine fu coniato dal New York Times a seguito dell’apertura del primo punto vendita di Zara nella Grande Mela. Era il (non troppo) lontano 1989. Le nuove collezioni venivano mostrate al pubblico ogni 15 giorni. La fast fashion ha reso la moda “accessibile”, ma ha generato due enormi problemi (sfruttamento del lavoro e inquinamento) legati ad un solo parametro: rispetto a 20 anni fa il numero di abiti procapite è aumentato del 400%.
  4. Passaggio di proprietà. Almeno che non siano completamente distrutti, e questo significherebbe aver concluso il ciclo vitale dell’indumento, trova per lui un nuovo proprietario. Second hand is the new prêt-à-porter.
  5. Sii consapevole della scelta. Questo è alla base di qualsiasi opzione di acquisto. Una buona dose di materiale plastico viene rilasciato durante il lavaggio in lavatrice. Studi di studi, quelli veri, hanno dimostrato che le microfibre rilasciate durante il lavaggio vanno da 124 a 308 mg per kg di tessuto lavato a seconda del tipo di indumento. Prediligere capi lavorati con filamenti lunghi, cotoni organici e tessuti con bassa pelosità, migliorerebbe complessivamente questo dato.
    Controlla molto bene l’etichetta e assicurati di aver scelto un capo di abbigliamento realizzato nella maniera più naturale possibile.

In conclusione

Vi proponiamo anche la super sintesi per aiutare l’ambiente e fare (quasi) #Sempre la scelta giusta:

  • Domandati sempre prima se ti serve
  • Riutilizza e ricicla (#Sempre)
  • Prediligi marche che abbiano una produzione etica
  • Noleggia: ebbene sì, se ti serve per una sola volta, noleggialo
  • Pochi acquisti fatti bene

Anche noi di Comprami immettiamo nel mercato prodotti di largo consumo.

Per questo abbiamo deciso di presentare un nuovo modo di pensare la carta: prodotta al 100% da carta e cartone che ricicli anche tu. Non utilizziamo agenti sbiancanti e la materia prima è generata dal ciclo naturale dei consumi domestici.
Il punto è: a parità di qualità, che paura fa la novità?

Resta connesso e scopri la novità di Comprami. 

 

In Verde Veritas: parliamo di umido

Sane abitudini di riciclo e smaltimento

Ma ce lo ricordiamo quel mondo che pare lontano, in cui viveva un sacchetto generico sotto il lavandino (o in qualsiasi altro luogo solitamente della cucina) in cui vi buttavamo all’interno tutto?

Il sacchetto selvaggio è appannaggio di una cultura che ormai non esiste più, la buona e sana abitudine di differenziare i propri rifiuti domestici, migliora la nostra vita ogni giorno, e piano piano può aiutare la Terra a sopportare la nostra presenza, grazie all’introduzione di modi di vivere un po’ più intelligenti.

Separiamo ormai tutto: plastiche, metalli, carta, cartone; portiamo le pile negli appositi contenitori, e inseriamo i farmaci scaduti nelle raccolte che si trovano nei pressi della farmacia, e affidiamo poi all’industria la possibilità di trasformare alcuni dei nostri scarti in nuovi oggetti.

Così da far parte di un circolo virtuoso che inizia proprio dalla consapevolezza dei nostri gesti quotidiani.

Oggi parliamo degli scarti alimentari, il ben più noto: UMIDO

Intanto la definizione: l’umido è l’insieme di tutti gli avanzi di cibo, scarti verdi (compresi i fiori ormai appassiti), gusci d’uovo, fondi di caffè che siamo soliti raccogliere nel contenitore più piccolo e che inseriamo nei sacchetti biodegradabili e compostabili.

Vogliamo dare per scontato che sia ormai assodata la modalità con cui effettuare questo tipo di differenziata, e che nei vostri sacchetti non ci siano le salviette struccanti usate (leggi qui per qualsiasi dubbio). Quindi, una volta avviato un corretto riciclato degli scarti umidi noi partecipiamo ad un processo che nasconde una vera ricchezza: far tornare in vita ciò che non lo è più.

Che cosa diventa l’umido?

Si può fare!

Una volta differenziati correttamente all’interno dei sacchetti certificati a norma UNI EN 13432-2002 gli scarti dell’umido domestico vengono trasportati in appositi centri di raccolta dove sono presenti specifici impianti di trattamento biologico. Cosa avviene?

  1. Eliminazione delle impurità attraverso una cernita (eliminazione di metalli, plastiche vetro)
  2. Sminuzzamento

Una volta pronti i nostri umidi scarti (ogni interpretazione è forviante, ma volontaria) si attivano una due modalità con cui sono solitamente lavorati:

  • il trattamento per compostaggio
  • la digestione anaerobica

Compostaggio

Si tratta di un processo in cui gli scarti vengono trattati in presenza di ossigeno per essere trasformati poi in compost. La decomposizione dei rifiuti in questo caso la gioca la natura stessa, l’azione avviene grazie all’azione di alcuni microrganismi presenti in natura, come: funghi, batteri e lombrichi. La sostanza che si ottiene con questo processo può essere riutilizzata in agricoltura, nel settore della florovivaistica o all’interno di concimi chimici per migliorare le proprietà fisiche, chimiche e biologiche del terreno. Un buon compost è in grado di ridurre l’erosione e aumentare le ritenzione idrica.

Digestione anaerobica

In questo specifico caso l’umido è raccolto all’interno di ambienti chiusi ermeticamente, chiamati digestori. Il trattamento è esattamente all’opposto di quello precedente in cui l’ossigeno è parte integrante del sistema, qui la privazione dello stesso consente il processo di formazione di biogas, una miscela composta da metano e anidride carbonica. Questo gas viene poi convogliato all’interno di un impianto di cogenerazione per poterne ricavare energia elettrica e energia termica. Il liquido prodotto da questo processo “digestivo” può essere utilizzato come fertilizzante naturale.

E se il compostaggio lo faccio a casa?

Se ne hai la possibilità richiedi al tuo Comune la possibilità di avere una compostiera e inizia a gestire i tuoi rifiuti umidi. Alcuni accorgimenti necessari:

  • Seleziona con cura gli scarti che vi inserisci
  • Sminuzza i rifiuti che vi inserisci
  • Alterna con scarti secchi (rametti, foglie, trucioli…)
  • Dai una forma piramidale al tuo compostaggio
  • In estate deve essere annaffiato e mescolato
  • Fallo respirare
  • Non farlo ristagnare

Il tuo compost, pronto per migliorare la salute del tuo giardino, o del tuo orto, sarà pronto dopo circa 5/6 mesi.

La carta non è mai uno scarto

Circolo virtuoso

Non tutti sanno che l’Italia è in prima posizione in Europa per il riciclo della carta. Raccogliamo a dovere il materiale, e altrettanto bene lo gestiamo nei diversi impianti necessari per la raccolta, lo smistamento e il riciclo. Tutto questo sistema virtuoso però ha un inizio, e questo principio sei tu.

Grazie alla sempre più diffusa abitudine della raccolta differenziata dei rifiuti, per la maggior parte delle persone quello del riciclo della carta è diventato un concetto familiare, ed un’azione casalinga quotidiana. Infatti, la percentuale di carta riciclata in Italia è dell’87,3% ed abbiamo superato l’obiettivo europeo in anticipo di 15 anni. Nello specifico questo traguardo è stato raggiunto grazie ai 600 impianti di riciclo distribuiti sul territorio, alla nostra ed unica capacità di aver sempre fatto fronte a soluzione ingegnose per risolvere i problemi, in Italia non abbiamo abbastanza materia prima per produrre tutta la carta di cui necessitiamo, e al nostro senso di responsabilità.
Fa strano ma è così: siamo un esempio per gli altri Paesi.

La struttura del riciclo

Prima di tutto c’è da specificare che in Italia il totale della raccolta di carta e cartone avviene tramite canali domestici e industriali, per circa un totale di 7 milioni di tonnellate all’anno, per questo il cuore dell’economia circolare che sta alla base della produzione, poi, di carta riciclata riscuote un forte riconoscimento all’estero. I numeri ci dicono che c’è un ampio margine di miglioramento, grazie alle ingenti somme erogate dal Piano di Resistenza e Resilienza.

Ma andiamo nello specifico: come avviene il riciclo della carta?

  1. La raccolta differenziata
    Dopo essere stati utilizzati imballaggi in carta, cartone e cartoncino, giornali, riviste, dépliant, libri, archivi cartacei (and much more), e soprattutto, dopo aver ripassato quali di questi materiali vanno effettivamente conferiti nell’apposito cassonetto, inizia il nuovo viaggio per il riciclo della carta. Leggi qui per ripassare le regole base dello smaltimento.
  2. La selezione
    Negli appositi impianti di recupero vengono eliminate tutte le “impurità” presenti nella carta: residui di plastica, graffette, adesivi. Questo passaggio è necessario per rendere il materiale idoneo al passaggio successivo in cartiera. Il valore tecnico aumenta quanto è più definita questa fase di selezione che differenziano infatti nella selezione. Esiste una prima selezione meccanica, e una più specifica selezione manuale. La carta scorre su un nastro trasportatore, con persone che manualmente la dividono per tipologia.
  3. In cartiera
    Una volta arrivata qui, la carta viene spappolata e riprocessata per la produzione di nuova carta. Quali sono i processi?
    Il primo è ridurla in poltiglia con l’aggiunta di acqua calda (a circa 70°), successivamente passa all’affinamento, dove vengono sottratte le impurità  e le scorie, fino a separare la pasta di cellulosa. In ultimo, prima di passare alle grandi macchine ribobinatrici, vengono a volte aggiunte delle percentuali di pura cellulosa a seconda dell’utilizzo futuro.

Questa la sintesi del processo di riciclo della carta, che tanta soddisfazione dà alla natura, e all’Italia.

L’impronta ecologica delle fibre di carta riciclata è inferiore al 70% a quelle delle fibre vergini.
Stai nel circolo virtuoso: Comprami con intelligenza, e presta attenzione allo spreco.

 

 

 

Galateo da Picnic: le dieci regole perfette.

Fai bene a comportarti #Sempre green.

Anche per un picnic

Ah, il galateo quel compendio di norme comportamentali che sanciscono la buona educazione. Niente altro che una serie di codici che se adottati portano a conseguenze di incredibile portata: il rispetto per gli altri, e il rispetto per la natura (che tanto ci piace).

Abbiamo già avuto modo di parlare di galateo perfetto in un paio di occasioni, per la buona convivenza in spiaggia e per un buon comportamento online e in entrambi i casi al centro resiste il concetto dello spazio condiviso come luogo in cui manifestare la propria personalità con uno sguardo sempre rivolto a gli altri. Adesso con una primavera sempre più prossima all’estate e con una libertà che pareva non tornare quasi più, possiamo dare sfogo a tutta la nostra socialità attraverso uno dei più antichi bucolici riti sociali: il pic nic.

Chi tra voi non ha mai organizzato un pranzo con coperta da giardino, sedie per letture e giochi per bambini, nel mezzo di un parco cittadino, di un oasi, di un luogo che si presta a questa massima espressione di felicità e libertà? In fase differenti della vita, è toccato un po’ a tutti.

Le dieci regole per un picnic perfetto

Ecco quindi, le dieci regole che sanciscono il galateo perfetto per il pic-nic senza intoppi, per voi e, soprattutto, per gli altri.

  1. La musica. Parte integrante del vivere bene il cui ascolto deve rispettare alcune regole base. Molto banalmente il volume, troppo alto per gli altri mai abbastanza per voi. È indispensabile trovare un accordo che migliori la convivenza. Se vicino a voi c’è qualcun altro basta domandare: “Disturbo?”
  2. Porta i sacchetti giusti e non lasciare niente nell’ambiente. Sembra banale ma non lo è. Questo è quello che ritroviamo nel bosco, e quanto nel bosco sta:
    • Mozzicone di sigaretta: 5 anni
    • Gomma da masticare: 5 anni
    • Lattina di alluminio: 20/200 anni
    • Polisitrolo: mille anni
    • Bottiglia di vetro: 4000 anni
  3. Comprami Sempre e non abbandonarmi Mai. Un consiglio sempre verde, valido anche nel verde.
  4. Cose pratiche: coperta o telo? Tavolino che si monta da sè, o sedie e mano… Qualsiasi sia il vostro pensiero coordinatelo con la vostra fisicità. Mangiare a terra e poi issarsi necessita di una agilità che non tutti possono vantare. Pensateci.
  5. I cani. Sono la felicità, la bellezza e la gioia. Ma non tutti la pensano così, in particolare chi ne ha paura. Rispettate lo spazio altrui e assicuratevi che il vostro amico a quattro zampe non rechi disturbo a nessuno.
  6. I cani, ancora. Lo diciamo per loro, se non sono abituati a passeggiate nel bosco, non lasciateli liberi. Non sono gli unici animali presenti, e se qualche altro quadrupede gli si parerà davanti, lui lo inseguirà.
  7. Il fuoco. Se deve essere BBQ, che lo sia nei luoghi idonei. Esistono molti parchi attrezzati per dar fuoco alle braci e godere di uno dei piaceri della vita: la brace! Carne, verdura, formaggio o pane unto, tutto quello che lì vien cotto, è cotto con amore. Consulta questo link, e trova il parco perfetto per un picnic indimenticabile.
  8. Mangia, passeggia e ama.
  9. Mangia, passeggia e ama la natura.
  10. Leggimi Sempre, sono utile a te.

 

Equipaggiamenti ecocompatibili: cambiamenti green.

È richiesto un cambiamento

Qualsiasi cambiamento deve partire da piccoli gesti quotidiani. Va da sè che l’aspetto principale, quello che determina il successo della cosa, è la perseveranza. Senza quella parliamo di piccole mode temporanee senza peso.
Quindi: forza e coraggio che dopo aprile arriva maggio, detto popolare che indica come il passaggio del tempo sia inevitabile e di come armarsi di forza sia l’unico strumento possibile.

Rispetto per l’ambiente ed ecosostenibilità non sono un argomento, ma una necessità. E Wepa, lo sa. 

È richiesto un cambiamento su tutta la linea: in cucina, in bagno, in salotto, sul terrazzo, mobilità, tempo libero, interessi, scelta degli abiti, abitudini alimentari, trasporto, viaggi.

Partiamo dalla casa, dal luogo che maggiormente rappresenta il nostro rapporto con il mondo esterno, e quello interno. Ed è il luogo in cui inconsapevolmente commettiamo più errori.

La casa inquina fuori, il settore residenziale da solo è responsabile del 64% della quantità di polveri sottili Pm2,5, del 53% di Pm10 e del 60% di monossido di carbonio (CO) emessi nel 2018, e inquina dentro. L’aria che respiriamo all’interno delle nostre abitazioni è tra le 2 e le 5 volte più inquinata di quella esterna.

Oasi verde

Trasformiamo quindi la nostra abitazione in una piacevole oasi verde. Un luogo che rispetti la sua posizione nel mondo, e che permetta alle persone che la abitano di respirare un’aria pulita e sana. Non si tratta solo di aprire le finestre con intelligenza o di rispettare quelle che ormai sono considerate regole base, ma si tratta proprio di adottare un nuovo stile di vita: sostenibile ed eco compatibile.

Date retta: sembra facile e lo è, anche perché il mercato dei prodotti eco sostenibili ha migliorato la qualità di tutto ciò che produce, tanto da rendere anche i più scettici inclini ad adottare un nuovo stile di vita. Ad esempio, se sulle confezioni di Comprami non ci fosse scritto PCR ve ne saresti accorti che il suo film protettivo è fatto dal 50% di plastica riciclata?

Ancora dieci regole, che salvano te e l’ambiente

Facciamola corta, ma facciamola in 10 punti:

  1. Risparmia gas (o elettricità) quando cucini. È molto semplice: ricordati sempre di tappare; prediligi pentole ad alta conduzione termina come rame e acciaio inossidabile. Risparmiare gas è il plus del momento.
  2. Sempre in cucina: considera le proporzioni tra ricetta e padella, e tra padella e fornello: un fornello grande consuma in media 3 kilowatt all’ora, che equivalgono a 0,18 metri cubi di gas per un’ora di cottura. Se usi un fornello piccolo, invece, impieghi solo1 kilowatt, pari a 0,06 metri cubi di gas per lo stesso tempo.
  3. Non stirare. Facile, bello, pratico ed ecologico. Il segreto è nello stendere con cura i panni più delicati, e piegare gli indumenti con precisione. Una volta fatto questo e, se proprio non resisti, messi sotto un peso, sono pronti per l’armadio. Durante la stagione calda, puoi abbassare il giro della centrifuga in modo da avere risultati eccellenti.
  4. Ripeti dopo di noi: non devo sciacquare i piatti prima di metterli in lavastoviglie e la devo azionare solo a pieno carico.
  5. Arreda la tua casa con piante che corrispondono alle tue esigenze di inquinamento domestico. Ad esempio: Potos se hai stufe e camini; Falangio se hai appena cambiato l’arredamento; Anthurium se ancora usi l’ammoniaca (e ultimamente… ecco).
  6. Decluttering: riorganizzare, diminuire, sistemare e avere spazi in cui muoversi con agilità porta in sé il segreto della felicità. È come un circolo vizioso: meno hai, più ti abitui ad acquistare solo ciò che è essenziale (come la carta igienica Comprami FaiBene, lunga, morbida ed ecologica).
  7. Swam Party: se ancora non lo sai, lo scambio tu farai! Hai abiti che non indossi? Giochi con i quali tuo figlio non sa cosa fare? Organizza uno swam party e liberati di tutto quello che non dà più felicità.
  8. L’acqua: secondo l’ISTAT per lavarsi i denti e radersi si consumano rispettivamente 30 e 20 litri di acqua. Esistono apposite cartucce da inserire nel miscelatore dei rubinetti che permettono il doppio scatto nell’erogazione.
  9. Il cambiamento inizia sempre da te: stendi i panni fuori (se puoi); fai circolare l’aria; tieni la casa pulita; non entrare in casa con le scarpe (meno sporco = meno chimico); stagionalità in cucina; Km0 sempre e comunque.
  10. Come tutti i processi il cambiamento che devi per forza innescare deve seguire un metodo. Prendi tutte le informazioni green che riesci a recuperare ( in questo articolo, e in questo) e crea un’agenda con step raggiungibili e verificabili. Datti obiettivi a lungo termine, ad esempio: “Organizzo uno swam party con le mie amiche subito dopo il cambio degli armadi”, fallo e congratulati con te stesso. Poi cerca un nuovo obiettivo: “Sposto la scarpiera nell’ingresso così sporco meno la casa”, e così via, fino a quando non avrai più obiettivi.

E ricordati: se vuoi una vita felice, dedicala ad un obiettivo. E se ve lo dice Albert Einstain…

 

Mai più case a caso

La Giornata mondiale dell’habitat cade ogni primo lunedì di ottobre. La celebrazione di questa giornata è fondamentale per ricordare il potere della responsabilità di ogni abitante del mondo nel determinare il futuro della città in cui vive. Il tema di quest’anno è “la casa al centro”, e intende muovere una riflessione profonda sul miglioramento delle abitazioni e del contesto urbano. Come #Sempre noi abbiamo i nostri fior fior di studi che dimostrano come le azioni individuali abbiano un impatto collettivo che #Spesso non consideriamo. Da questi abbiamo tratto almeno dieci azioni che Fai Bene a prendere in considerazione per aiutare la tua città, la tua casa e a tutti coloro che vogliono dire “casa dolce casa”.

Dieci azioni di cose non a caso che fanno casa ovunque.

  1. E luce fu: approfitta più che puoi della luce naturale, se vivi in una casa che non hai progettato, apri le imposte, tira le tende, tira giù gli avvolgibili e spengi la luce. Non solo per un evidente risparmio economico, ma per illuminare in modo sano l’attività che svolgi. Fai bene a te, all’ambiente e alla tua casa.
  2. Il verde è essenziale. Lo abbiamo scritto molte volte, ma una cosa non te l’abbiamo ancora detta: se proprio proprio non hai la possibilità di mettere fuori dalla finestra piante, fiori, piante grasse e tutto il corollario, puoi adottare un’aiuola pubblica. Informati presso il tuo Comune, sono iniziative che stanno #sempre più prendendo piede.
  3. Usa i mezzi pubblici e informatevi molto bene prima di lasciare la strada vecchia per quella nuova, ad esempio non tutti sanno che un monopattino in sharing produce mediamente 105,5 grammi di CO2 a chilometro. Appena 5 grammi in meno di un’automobile con tre persone a bordo che ne emette mediamente 111 (per persona) e addirittura di più di un’auto elettrica con una sola persona a bordo (103 gr/Km). Dai dati dello studio Arcadis. In pratica: treni, metropolitane e tram che risultano i mezzi più sostenibili con una media di 6 gr/km per passeggero. Pullman elettrici (21,7 gr/km) ed ibridi (74,3 gr/km) fanno meglio del monopattino.
  4. Arrivano i primi freddi, organizza la tua casa per tenere basso il termostato. Se stai costruendo informati su come rendere ecologica la tua abitazione: la bioedilizia è il futuro che può partire da te.
  5. Mai sentito parlare di inquinamento indoor? Anche cucinando puoi fare la differenza. Sempre secondo la rubrica “non tutti sanno che” i tempi di cottura, la scelta delle pentole e come si utilizza il forno sono tutti elementi che condizionano (nella massa) l’inquinamento. Scegli la pentola a pressione per le cotture di legumi e verdure; meglio cotture con bassa fiamma; tieni il forno pulito; usa il sistema del cestello per scaldare; non scongelare i cibi nel forno, anche se hanno specifici programmi. Eh sì, con l’induzione aiuti l’ambiente.
  6. Vivi il tuo quartiere, il tuo paese, la tua città. Dai modo alle attività locali di darti il servizio che esercitano, gli effetti positivi sono: meno spostamenti, occupazione locale, cittadine vive, centri storici accoglienti. Fai Bene Sempre, comprami vicino.
  7. Hai mai pensato di fare volontariato presso un’associazione che ha come obiettivo la riqualificazione del territorio? Informati presso il tuo Comune e fallo bene. Puoi: raccogliere rifiuti, pulire zone degradate, garantire sicurezza e igiene nei parchi, fare la differenza.
  8. L’Italia ha oltre 8000 chilometri di costa, 180.690,6 chilometri quadrati di comunità montana un pezzettino alla volta, anche senza associazioni, possiamo rendere l’Italia linda insieme.
  9. Aiuta la tua città a rientrare nei parametri stabiliti dalla comunità europea e dalla richiesta di essere sempre più green: aria (un confronto con le Linee Guida dell’OMS ed evitando il superamento degli standard di riferimento); acqua (riduci il consumo idrico casalingo); natura e biodiversità (vedi i punti 2 e 7); rifiuti ed economia circolare (non basta differenziare, dobbiamo produrre meno rifiuti); rumore (abbassare l’inquinamento acustico).
  10. Comprami Sempre, così Fai Bene anche tu. Il mio film protettivo è fatto dal 50% di plastica riciclata, e sono riciclabile ancora al 100%.

Mantenere fresco l’ambiente domestico: accendi la mente e spegni l’aria condizionata.


Mantenere fresco l’ambiente durante la stagione calda è decisamente una priorità, per tutti. Le notti in preda all’afa sono un male per ognuno di noi. Come dormire sonni tranquilli senza inquinare come una centrale e lasciando respirare anche la nostra economia?
Comprami ha soluzioni intelligenti che accendono la mente, e aiutano a mantenere fresco qualsiasi ambiente.

Ecco il decalogo ecosostenibile per stare freschi aiutando l’ambiente.

  1. Regola le aperture e chiusure delle finestre. Contrariamente a quello che siamo abituati a pensare, le finestre durante il giorno devono essere chiuse sigillate, vanno aperte la notte (solo se la sicurezza del luogo lo permette) fino alla mattina massimo alle 9:00.
  2. Parliamo ancora di finestre. Nelle giornate in cui pare esserci aria, vale la regola già espressa qui: riscontro, panacea contro ogni afa.
  3. Hai un terrazzo? Anche piccolo? Riempilo di piante. Le piante rampicanti fanno da isolante terminco perché assorbono i raggi del sole. Tutte le altre piante hanno il potere di fare ombra.
  4. Ombra: metti se puoi tende esterne rigorosamente bianche, anche queste come le piante del punto sopra, schermano il sole, diminuendo la capacità di assorbimento di calore della casa.
  5. Parliamo sempre di bianco di cui noi siamo esperti: copri divani, poltrone e letti con lenzuola bianche, si sprigionerà nell’aria un’immediata sensazione di freschezza (le migliori sono quelle di lino, tipiche del corredo di una volta).
  6. Cerca di non creare l’effetto sauna: bolliti, arrosti, docce calde, asciugamani bagnati abbandonati per casa, e tutto ciò che fa afa, non farlo. Stai all’asciutto, #Comprami Sempre ti aiuta ad asciugare: usami
  7. Lo sapevi che il ventaglio non è solo uno strumento di seduzione e di messaggistica nascosta, ma anche uno straordinario e manuale produttore di fresco? Rispolveriamo la vecchia classe. (Tanto per essere chiari: se appoggi il manico del ventaglio sulle labbra, significa baciami).
  8. Evita: phon, piastra e maratona di serie tv sdraiato sul divano con il pc sulle gambe. In particolare su quest’ultimo punto, lo sai che poi ti bruci.
  9. L’ondata di caldo si è fatta insopportabile e qualcosa devi pur accendere? Deumidificatore. Come detto nel punto 5 mantenere la casa senza umidità, e togliere quella in eccesso permette di tenere sotto controllo la temperatura.
  10. Fai una bella doccia prima di andare a letto, quando le finestre sono aperte e il calore se ne va. Falla calda, perchè solo così potrà sembrarti molto fresca la situazione fuori dal bagno, i pori della pelle si aprono e nuove sensazione di asciutto ti prendono.

Comprami tante ne fa, e molte le sa.

Mini guida per una sostenibilità domestica. Dieci azioni che FaiBene anche tu.

La sostenibilità passa anche dalla vita domestica. Le nostre case sono come piccole industrie, che consumano, bruciano ed inevitabilmente inquinano. Possiamo migliorare i nostri standard in risparmio energetico, riuscendo in breve anche a risparmiare in bolletta, tenendo ben presente che così ci prendiamo cura dell’ambiente. Il risparmio energetico è la strada della sostenibilità.
Ecco qui il decalogo che FaiBene anche tu a seguire per salvare il pianeta, e alleggerire le bollette.

  1. Siamo nella stagione dei piatti freddi, insalata di farro, di orzo, di pasta, vitello tonnato… insomma prima li cuoci e poi li mangi molto freschi. Prima di mettere qualsiasi di questa pietanza in frigo raffredda a temperatura ambiente. Consumerai meno energia, e Faibene anche al cibo (questa era facile, ma è Sempre bene ripetere).
  2. Parlando ancora di frigorifero: quando lo stiviamo, fin tanto
    da coprirne la luce interna, lo sottoponiamo ad uno sforzo energetico
    eccessivo. Equilibriamo la misura delle nostre voglie culinarie, risparmiamo energia e facciamo bene all’ambiente.
  3. Impariamo a regolare bene il termostato dell’aria condizionata: la
    differenza tra interno ed esterno non deve mai superare i 7-8 C°
  4. Vogliamo ripetere ancora una volta la questione dell’acqua? Un pochino sì, quindi: chiudiamola quando ci laviamo i denti; utilizziamo la lavastoviglie a pieno carico.
  5. E adesso andiamo nella zona lavanderia (da notare che in ogni luogo
    di casa c’è un apparecchio elettrico che può e deve essere utilizzato, e
    non super sfruttato). La lavatrice lava molto bene anche a bassa temperatura, consumerai meno energia, godendo del doppio risparmio.
  6. Non tutti possono permetterselo, ma per chi può: riscontro, panacea
    contro ogni afa.
  7. Torniamo in cucina: lo sapevate che anche un frigorifero tenuto Spesso vuoto consuma quanto il frigorifero del punto 2?
  8. Alla base della sostenibilità domestica c’è l’utilizzo esclusivo delle
    lampadine a led: minore impatto ambientale dovuto al tempo di durata e ai ridotti consumi energetici.
  9. Ricordati tutto quello che ti avevamo detto in questo articolo
  10. Acquista prodotti che hanno nella loro mission progetti industriali ecosostenibili, prendiamoci cura dell’ambiente oggi, e per sempre.

Ortoterapia: Gennaio mese della rinascita, sicuramente nell’orto.

Nuovo inizio per nuove sane abitudini. Chi non lo ha ancora fatto lo farà presto, scrivere le buone intenzioni, iniziare il programma di cambiamento e sperare con tutta la nostra forza di non subire dirottamenti.

Insomma, aspettiamo il primo mese dell’anno con la speranza che la rivoluzione di cui sentiamo la forte necessità possa finalmente sfociare in qualcosa di concreto. Succede poi che nel mezzo ci sono le scuole, i figli, il lavoro, i compiti, la suocera (sì i suoceri), le bollette, la casa, il cane, il gatto, i nipoti, la spesa, insomma tutto il sistema di sopravvivenza quotidiana che ci lascia poco tempo per creare quei cambiamenti che se tutto va bene, sentiamo #Sempre di dover mettere in pratica. Per quest’anno nessuna delusione, affidiamoci a qualcosa che nonostante il nostro sforzo di disturbarla cerca di continuare imperterrita il suo percorso: la Terra.

L’ortoterapia è una soluzione pratica che ognuno di noi può svolgere a casa propria, anche in mancanza di balcone o giardino.

Per voi e per tutti quelli che se la sentono, ecco i dieci punti fondamentali per cui mettere le mani nella terra fa proprio bene.

  1. Scopri quali sono gli ortaggi di stagione, e cerca di capire se possono essere semine che ti possono rendere felice. Questo vale che per i bulbi, ti vogliamo aiutare: se pianti il tulipano, fai un buco di 5/10 cm, annaffia spesso, e goditelo in primavera. Nel linguaggio dei fiori il tulipano è il fiore per chiedere perdono. Se vuoi coltivare semina il prezzemolo che tu abbia un ampio giardino, o un piccolo spazio vicino alla finestra di cucina, questo crescerà dandoti molte soddisfazioni.
  2. Aumenta la biomassa: forse non tutti sanno che oggi proprio oggi il peso della biomassa è inferiore al peso dei manufatti umani… diamo alla natura lo spazio per riprendere il giusto peso nel mondo.
  3. Fare l’orto, anche nei giardini condominiali, in vaso nel balcone, sui tetti, insomma ovunque ce ne sia la possibilità è una cura medica reale. In medicina è stata inserita tra le terapie occupazionali, quelle che guidano cioè i pazienti verso la riabilitazione fisica, psichica e cognitiva.
  4. Toccare la terra aiuta a riprendere il ciclo di collaborazione tra mano e natura (e crea un nuovo inizio).
  5. Resta un momento incredibile in cui poter godere della bellezza della vita, la natura che prende i suoi spazi, l’approccio alla crescita, il sistema in cui la nostra presenza comnica con il resto della natura.
  6. Se sei bravo puoi consumare ciò che produci.
  7. Se sei bravo e segui i movimenti giusti del corpo, cioè pieghi le inocchia quando sollevi pesi, fai sforzi adeguati rispetto alla tua preparazione atletica, giova alla salute e ti mantiene in giovinezza.
  8. Stare all’aria aperta rinforza il sistema immunitario. Avrai notato, credo, che in questo periodo c’è necessità di curare in maniera particolare il proprio benessere fisico: stare all’aria aperta è al punto uno di ogni vademecum per stare bene.
  9. Se la tua prole non si “apposa”, stai sereno, e fallo coltivare. Stimolarlo in una attività che implichi una forte concentrazione, giardinaggio e ortoterapia fanno al caso tuo.
  10. La natura insegna il cambio di visione, che è fondamentale per fare scelte intelligenti che aiutino tutti i giorni.

Le dieci regole, segrete e non, per la raccolta dei funghi.

L’autunno porta con sé la voglia di dedicarsi ad hobby che abbiano a che fare con la natura, con la cucina, con il desiderio di stare ancora un po’ fuori all’aria aperta. Come andare a passeggio nei boschi, magari sotto le fronde di un faggio, ai piedi di grandi castagni, e tra una foglia, e una pianta di mirtillo, un bastone e un sasso, eccolo lì ammiccante, sorridente, profumoso e gioioso: un fungo porcino.

Prima di raccoglierlo, leggi qui, e scopri come mai la raccolta di funghi richieda abilità e conoscenza dei luoghi, passione, occhio, rispetto, un po’ di fortuna e anche la giusta attrezzatura.

Le regole imperdibili, segrete e non, per la raccolta dei funghi.

  1. La prima e imprescindibile è: qualsiasi fungo tu metta nella tua gerla, verifica che sia commestibile, portati una guida, o prima di consumarli ricordati che le ASL eseguono controlli gratuiti sulla tua raccolta.
  2. Non cogliere funghi troppo giovani. Questa non è una regola, è una legge.
  3. Raccogliere funghi significa utilizzare un movimento preciso: è necessario afferrarlo dal basso, e utilizzare entrambe le mani, una applica una torsione alla base, l’altra tiene ferma la terra. Il fungo non deve essere svelto, deve essere sollevato con una certa delicatezza (il micelio crea il fungo, e il micelio deve restare a terra).
  4. La gerla non è una moda, è un cesto di vimini in cui raccogliere i funghi, il vimini permette al fungo di respirare e di non creare processi chimici batteriologici. La plastica è vietata.
  5. Puliscili nel luogo di raccolta, in modo e maniera che le spore restino nella terra del bosco. Ovviamente la plastica è seriamente vietata.
  6. I funghi si fanno trovare quasi sempre fuori dai viottoli, devi essere quindi equipaggiato di: scarponcini, impermeabile, bastone, bussola, cellulare carico.
  7. Non seguire mai un fungaiolo. Hanno le loro sponde segrete e tramandano la loro posizione solo di generazione in generazione.
  8. Non stupirti se troverai nel bosco persone con gerle coperte come vecchi sarcofaghi. Il mistero del peso dei funghi raccolti è in mano ai nostri fior fior di studi e ancora non abbiamo risposte.
  9. Quando vai a raccogliere funghi informati del luogo in cui sei: probabilmente dovrai tesserarti, ricordati che chi non rispetta le regole può essere sanzionato con multe fino a 100,00 euro.
  10. Rispetta il bosco e rispetta l’ambiente, perché rispettare l’ambiente rende felici.