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Il filo del filato

Dice che la produzione mondiale di indumenti è destinata a crescere del 63% entro il 2030. È chiaro che abbiamo un problema globale legato a nuovi usi e, in un senso molto stretto, costumi che ci portano ad acquistare, decisamente, più indumenti di quelli che sono necessari. Certo, sappiamo bene che si tratta di un settore merceologico che ha molto a che vedere con la visione di sè, le necessità sociali, il contesto socio-culturale dell’acquirente, e tutta una serie di passaggi che ci guidano a dire “mi serve un nuovo paio di pantaloni.”

I numeri dicono che i cittadini europei consumano ogni anno quasi 26 kg di prodotti tessili, e ne smaltiscono circa 11kg.  Nel mondo circa 90 milioni di capi finiscono nelle discariche. Sempre in Europa gli indumenti dismessi vengono portati nelle discariche o inceneriti per circa l’87% del totale, mentre solo l’1% degli indumenti viene riciclato come vestiario.  Un po’ poco, avevamo già toccato l’argomento, su quante possibilità di nuova vita possiamo dare ai capi che non indossiamo più.

Possiamo quindi dire, che non è una storia nuova nel mondo del filato, ma è una storia che merita di essere #Sempre raccontata. A partire dal 1 gennaio 2022, come previsto dal decreto legislativo n.116/2020, in Italia è scattato l’obbligo della raccolta differenziata dei rifiuti tessili anticipando la normativa europea che prevede l’attivazione della raccolta separata di questo tipo di rifiuto a partire dal 2025. Finalmente una bella notizia, anche se dobbiamo imparare che lo smaltimento corretto è l’ultima fase, il cambiamento radicale, quello che riuscirà forse un giorno a fare la differenza, sta all’inizio, ossia all’acquisto.

La domanda alla base resta una, ed una sola: come posso superare il desiderio di acquistare più abiti del necessario?

Le risposte che vorresti

  1. Organizza il tuo armadio capsula: il concetto alla base è molto semplice. Acquisti pochi capi di qualità che puoi abbinare in diversi modi. L’idea nasce a New York negli anni ’70 da Susie Faux. Troverai miliardi di informazioni e suggerimenti online, in base alle tue esigenze, stile, corpo, spesa, gusto and much more.
  2. Lava con cura gli abiti. Sembra una sciocchezza ma non lo è. Il rispetto delle indicazioni di lavaggio permette ai propri capi di durare di più nel tempo. Meno sciupi, meno acquisti.
  3. Fast fashion: è dura resistergli, ma possiamo controllarci. Anche questa è una storia che nasce da lontano. Il termine fu coniato dal New York Times a seguito dell’apertura del primo punto vendita di Zara nella Grande Mela. Era il (non troppo) lontano 1989. Le nuove collezioni venivano mostrate al pubblico ogni 15 giorni. La fast fashion ha reso la moda “accessibile”, ma ha generato due enormi problemi (sfruttamento del lavoro e inquinamento) legati ad un solo parametro: rispetto a 20 anni fa il numero di abiti procapite è aumentato del 400%.
  4. Passaggio di proprietà. Almeno che non siano completamente distrutti, e questo significherebbe aver concluso il ciclo vitale dell’indumento, trova per lui un nuovo proprietario. Second hand is the new prêt-à-porter.
  5. Sii consapevole della scelta. Questo è alla base di qualsiasi opzione di acquisto. Una buona dose di materiale plastico viene rilasciato durante il lavaggio in lavatrice. Studi di studi, quelli veri, hanno dimostrato che le microfibre rilasciate durante il lavaggio vanno da 124 a 308 mg per kg di tessuto lavato a seconda del tipo di indumento. Prediligere capi lavorati con filamenti lunghi, cotoni organici e tessuti con bassa pelosità, migliorerebbe complessivamente questo dato.
    Controlla molto bene l’etichetta e assicurati di aver scelto un capo di abbigliamento realizzato nella maniera più naturale possibile.

In conclusione

Vi proponiamo anche la super sintesi per aiutare l’ambiente e fare (quasi) #Sempre la scelta giusta:

  • Domandati sempre prima se ti serve
  • Riutilizza e ricicla (#Sempre)
  • Prediligi marche che abbiano una produzione etica
  • Noleggia: ebbene sì, se ti serve per una sola volta, noleggialo
  • Pochi acquisti fatti bene

Anche noi di Comprami immettiamo nel mercato prodotti di largo consumo.

Per questo abbiamo deciso di presentare un nuovo modo di pensare la carta: prodotta al 100% da carta e cartone che ricicli anche tu. Non utilizziamo agenti sbiancanti e la materia prima è generata dal ciclo naturale dei consumi domestici.
Il punto è: a parità di qualità, che paura fa la novità?

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